IL CIBO PIU’ BUONO E’ QUELLO CONDIVISO.

 

cucina 2

Della qualità del cibo si parla in lungo e in largo, c’è chi dice una cosa, c’è chi ne dice un’altra e tutti si cimentano in interminabili discussioni apportando argomentazioni dalle sfaccettature più svariate a sostegno della propria verità.

Io personalmente preferisco non inoltrarmi nelle polemiche su ciò che é giusto o sbagliato cibarsi ma vorrei invece fare una riflessione di tipo simbolico e portare l’attenzione su un aspetto diverso , ossia quello della condivisione del cibo.

Il momento del pasto non è un semplice atto finalizzato a dare nutrimento al proprio fisico ma un modo per condividere la parte di noi più intima e sacra, la nostra parte animica e spirituale utilizzando il cibo come prezioso mezzo di trasmissione .

E’ questo che Gesù fa durante le cene con gli apostoli e condividendo il cibo trasmette una parte di se, una parte della sua essenza, del suo sapere e coloro che mangiano quel cibo portano in sé una parte di Lui e una parte di Tutti e del Tutto.

Mangiare é un atto molto intimo e personale e condividere tale atto con gli altri ci permette di aprirci , di esternare quella parte di noi non visibile ma che desideriamo svelare utilizzando il cibo come mezzo per far cadere il velo che ci separa.

Non a caso “si mangia qualcosa insieme” per entrare più in confidenza nei rapporti interpersonali, qualsiasi essi siano, per cercare la sintonia con l’altro e trovare il modo più semplice per esternare i nostri sentimenti.

E’ per questo che il “cibo condiviso é più buono” , perché ci consente di mettere in atto l’azione più nobile e alta che l’essere umano può compiere quotidianamente : “donare ciò che abbiamo e ciò che siamo” senza condizioni ed aspettative , solo per la gioia di farlo.

Gabriella Pecchia

Grazie

Lascia un commento